Approfondimenti

La natura dei Draghi

L’albero filogenetico dei draghi è da sempre oggetto di animate discussioni tra appassionati.

Leggende sui draghi piumati sono presenti in culture lontane come quella Nord Africana (l’Anfittero) e quella Sud Americana (il Quetzalcoatl).
Si tratta di taxa che avevano un antenato in comune nella fauna del Gondwana? Oppure si tratta di convergenza evolutiva?
Discutiamone!

Draghi steampunk

Questa sezione è dedicata, con sfacciato affetto, ai nostri amici amanti del vapore. <3 <3 <3

Noi grondiamo ammirazione per la passione sia di coloro che curano i minimi dettagli dei loro outfit, sia di coloro che leggono e scrivono storie piene di ingranaggi e macchinazioni.  

La coccatrice e la mangusta

La coccatrice di questo diorama ha fatto il suo nido tra le rocce di un basalto colonnare. Più avanti troverete esposta una miniatura, proveniente da un manoscritto francese del 1465, in cui si riconosce esattamente questo tipo di substrato geologico.
Gli affioramenti di basalto colonnare non sono molti, in Europa. Questo fatto ci semplifica la ricerca delle coccatrici a un numero ridotto di località, ma ci costringe a osservarle tutte contemporaneamente, nel periodo di cova.

Il drago araldico

La bestia nello stemma dei Visconti è stata definita “drago” in diversi scritti dai cronisti assoldati da questa famiglia. Le fake news del medioevo comprendevano spesso leggende in cui un antenato eroico della famiglia compiva imprese epiche come uccidere un drago.

Le pubbliche relazioni, anche in questo caso, miravano ad accrescere l’ammirazione popolare per un “marchio” curando nei dettagli lo “storytelling”.

C’era un drago anche associato a re Artù, nelle prime versioni della sua leggenda. lo stemma era “un’arma parlante”, ovvero un disegno che faceva intuire l’identità del guerriero anche agli analfabeti che avevano solo sentito parlare di Uther Pendragon.
Dall’anno mille in avanti anche l’araldica risente dell’influenza della cristianizzazione e il drago inizia a identificare i nemici. Nelle versioni più tarde il disegno sullo scudo di Artù, che era un eroe positivo, fu sostituito da corone d’oro.

Metodi religiosi per contrastare i draghi

Ho sentito spesso dire che in Italia il fantasy non è così sviluppato e apprezzato come nel Nord Europa perché la Chiesa ha spazzato via le storie degli eroi pagani. Permettetemi di dissentire.
La Chiesa ha conservato, trascritto, illustrato e diffuso un sacco di vite di santi che fanno cose assolutamente fantasy con i draghi.
Se i lettori contemporanei ignorano il contenuto della Legenda Aurea, è compito degli scrittori dare forma più attuale a quel patrimonio di storie.

Le bonifiche e i draghi

Tra le malattie diffuse dai draghi, oltre alla malaria, c’era anche la peste.
Quelli “pestiferi” erano facilmente riconoscibili dalle macchie simili a bubboni sulle ali o sui lati del corpo.

Oggi sappiamo che la peste si diffonde grazie alla fase del ciclo vitale di Yersinia pestis che si svolge all’interno di pulci e pidocchi. Questi parassiti sono il ponte tra esseri umani e animali come gatti e roditori.

I tesori e i draghi da guardia

A proposito di animali fantastici, il vello d’oro custodito da un drago era la pelliccia di un ariete alato. La leggenda di Crisomallo è densa di amori, tradimenti, imprese eroiche e tragedie familiari come buona parte della mitologia classica.
In questa storia il drago sopravvive perché viene battuto con l’inganno. Medea, innamorata di Giasone, droga il drago da guardia con un sonnifero per poter rubare il vello d’oro desiderato dall’eroe. Eroe incapace di battere il drago a cazzottoni e aiutato in vari modi dagli dei coinvolti nella sua cerca.

Ti piacerebbe vivere con un drago?

Il modo migliore per andare d’accordo con un drago è chiedersi “che cosa ci guadagna lui a stare con me?”.

Non pensare che basti un banale “sta con me perché mi vuole bene” perché un drago ha un sacco di relazioni e cose da fare in cui tu non sei compreso.
Pensa al tempo che passi con il tuo animale domestico. Tu interagisci con lui solo in una minima parte del tuo tempo libero. Non smetti di lavorare, uscire coi tuoi amici o guardare la tua serie TV ogni santa volta che il tuo animale te lo chiede. Perché mai un drago che ha TE come animale domestico dovrebbe comportarsi diversamente?

Se riuscirai a vedere la situazione dal suo punto di vista, capire i suoi bisogni e terrai sempre presente che è perfettamente in grado di vivere senza di te e che può andarsene quando lo desidera, allora avrai una possibilità di far funzionare le cose.

I draghi orientali

I draghi coreani, imoogi, non si riproducono tra loro. Drago non si nasce, lo si diventa compiendo azioni straordinarie e accumulando saggezza.

Per esempio, una carpa che riuscisse a risalire una cascata potrebbe aspirare a diventare un imoogi. Anche un serpente potrebbe crescere fino alla taglia di un drago, ma quali siano le sfide evolutive per questa specie gli studiosi stanno ancora cercando di capirlo.

Una volta diventata drago, l’animale sarebbe ancora riconoscibile nel suo stadio di sviluppo osservando il numero delle dita. I draghi meno evoluti ne hanno solo 3. Il quarto e il quinto spuntano (forse) solo più avanti.

I draghi dei pozzi

L’affinità dei draghi per le zone umide è deducibile anche dalle loro zampe palmate. In molte rappresentazioni, sia miniature che sculture, c’è della pelle tra le dita delle zampe dei draghi.
Questo è un adattamento morfologico molto utile a chi deve camminare su terreni in cui si sprofonda oppure spingersi in acqua. Molti uccelli acquatici hanno questo tipo di zampe.
La convergenza evolutiva spiega perché questa forma di zampa è comune sia agli anfibi che ai cani terranova (che infatti sono bravissimi nei salvataggi in acqua!)

I predatori apicali

L’introduzione di un predatore apicale spesso si manifesta in un aumento della biodversità nell’ecosistema.
La biomassa totale diminuisce (il predatore mangia!) e generalmente si hanno effetti a cascata che interessano tutta la rete trofica a partire dai predatori intermedi, che diminuiscono di numero.
Le possibili prede possono anche cambiare alcuni loro comportamenti, come gli orari di pascolo o la quantità di tempo speso in zone lontane da rifugi. Queste variazioni si riflettono sulla vegetazione e possono avere effetti che si estendono fino ai processi pedologici o al trasporto di sedimenti in un fiume.

I denti e la dieta dei draghi

Per stimare la quantità di cibo necessaria a sostenere un grosso drago dobbiamo prima capire se la bestia è a sangue caldo o freddo.
I mammiferi, nonostante la protezione offerta dalla pelliccia, spendono un sacco di energie a tenersi caldi e a parità di peso mangiano più degli animali a sangue freddo. La termoregolazione permette loro di vivere in ambienti freddi che per un rettile che non termoregola sarebbe proibitivi, ma costringe anche l’animale a procurarsi molto più cibo.

Le impronte

Esistono formule matematiche per stimare l’altezza di un animale misurando la distanza tra le sue zampe quando cammina.
Ogni specie animale ha la sua formula e per l’uomo il coefficiente di moltiplicazione è circa 3. Tu sei alto più o meno tre passi.

Prima di fare i conti, bisogna però capire quale era l’andatura dell’animale. Noi che camminiamo su due piedi possiamo camminare, correre o saltellare. Un animale che appoggia quattro zampe per terra può combinare i movimenti in più modi di noi.

Le uova dei draghi

Il colore delle uova è dato dal fondo e dalle macchie. Il colore del guscio, incluso nel carbonato di calcio, è quello più omogeneo. Le macchie sono una aggiunta successiva.
Generalmente i colori scuri proteggono l’embrione dai raggi ultravioletti e le macchie abbondano dove il guscio è più sottile. Galline che assumono poco calcio con la dieta (o che hanno già deposto molte uova) producono uova più macchiettate.

Adotta un drago a distanza

In questa mostra ci sono alcune citazioni di opere famose nascoste lungo il percorso. Abbiamo preparato questi easter egg pensando al divertimento di un pubblico adulto e abbiamo messo in palio 20 adozioni a distanza di un cucciolo di drago.

Domenica 17 e Lunedì 18 i primi visitatori che si presenteranno all’uscita della mostra e sapranno indicare correttamente la posizione e la natura degli easter egg potranno reclamare il premio.
Tutte le adozioni non assegnate in questi due giorni saranno distribuite fino ad esaurimento scorte.